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Australian Shepherd Health & Genetics Institute

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Displasia dell’anca

Revisionato a Marzo del 2013

 

La displasia dell’anca, una combinazione di lassità legamentosa e degenerazione delle articolazioni, è una patologia multifattoriale che trova la sua origine in una combinazione di fattori genetici ed ambientali. Si tratta di una malattia con una predisposizione genetica, ma il cui sviluppo e progressione vengono influenzati dai fattori ambientali, inclusi il livello e il tipo di esercizio, la nutrizione e la sterilizzazione.  Avere la displasia dell’anca è un fattore di rischio anche per la displasia del gomito; più è seria la condizione della prima e maggiore è il rischio per la seconda.

Alcuni cani affetti da questa patologia non mostreranno segni di zoppia o ne mostreranno pochissimi mentre altri ne saranno affetti già in età precoce. Talvolta la chirurgia ortopedica può ridurre i sintomi, ma le procedure sono costose.

I cani displasici possono nascere da generazioni di cani controllati e trovati esenti da displasia. Ne consegue che per determinare il livello di rischio genetico dietro ogni singolo cane è necessario esaminare lo stato delle anche dei rami di parentela di secondo grado (quelli vicini, ma che normalmente non appaiono sul pedigree).

Può essere difficile ricostruire una storia famigliare accurata, in particolar modo in USA dove la certificazione sui risultati della displasia alle anche non è richiesta. Inoltre, la maggior parte dei cuccioli venduti a proprietari che non alleveranno non faranno gli esami atti a determinarla. Tutti gli Australian Shepherd utilizzati in allevamento dovrebbero essere esaminati. Qualora un allevatore venisse a conoscenza di aver prodotto un cane affetto da displasia, dovrebbe avere la possibilità di rendere l’informazione disponibile certificando la cosa attraverso un sistema che permettesse di avere un elenco aperto, postando l’informazione sul proprio sito o inviando il risultato all’IDASH Open Health Database (database aperto sulla salute) dell’ASHGI.

Traduzione a cura di: Oriana Zago